“La pipì e la cacca di un animale non sono più nobili di quelle umane.”
Ce lo dice una negoziante di Bologna, che deve pulire i gradini del suo negozio più volte al giorno, per le deiazioni liquide rilasciate da diversi cani.
Non solo una bustina, ma anche una bottiglia di plastica con cui poter pulire la pipì di Fido: è quanto previsto dalla sentenza numero 7082/2015 della Corte Cassazione che ha stabilito che, quando si porta a passeggio il proprio cane, bisogna essere muniti di acqua con cui poter pulire le deiezioni liquide, soprattutto quando l’animale alza la sua zampetta o su un palazzo o su un auto.
Secondo la Cassazione chi non osserva la sentenza può essere accusato di “sciatteria o imperizia nella conduzione dell’animale”, che conducono “a colpa ma non certo al dolo”.
Il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, è stato tra i primi ad adeguarsi a quanto previsto dalla Cassazione firmando un’ordinanza che obbliga tutti i possessori di cani a potarsi una bottiglietta d’acqua dietro quando escono con il loro amico a quattro zampe per la passeggiata quotidiana.
Moltissime altre città italiane, tra cui Genova, Firenze, Treviso, si sono adeguate, stabilendo un principio sacrosanto: il bisogno di individuare regole precise per la nostra convivenza con gli amabili amici a quattro zampe.
Il centro storico di Bologna, essendo formato da chilometri di portici, soffre particolarmente il fatto di non godere dell’azione pulitrice della pioggia battente.
Inoltre constatiamo purtroppo che non tutti i tratti dei portici godono della stessa attenzione: alcuni tratti infatti, sono puliti maggiormente dalla società preposta o da loro appaltante, mentre altri tratti non sono puliti ormai da mesi se non da anni. Alcuni negozianti di alcune strade, come il tratto vicino alla porta San Felice, ci hanno detto che, da molti mesi, nessun operatore pulisce la parte interna dei portici. Il problema quindi, a Bologna e doppiamente grave!
Noi stessi, camminando e frequentando spesso il centro storico, ci siamo accorti che diversi tipi di sporcizia, accumulata in tempi lunghissimi, non viene trattata con l’attenzione che meriterebbe.
I ristoratori e baristi Bolognesi, che pagano migliaia di euro l’anno per l’ occupazione di spazio pubblico, per il posizionamento dei tavolini all’esterno del loro locale, sono costretti a pulire costantemente le deiezioni dei cani, per ridurre al minimo il contatto con i clienti e turisti.
I pilastri dei portici, la maggior parte delle volte costuiti con arenaria, materiale poroso e assorbente, e i muri dei palazzi, molte volte antichi e storici, soffrono una condizione di abbandono e degrado e purtroppo, dobbiamo constatare che anche la pipì dei cani, rilasciata giornalmente dagli amici a quattro zampe, crea a lungo andare, macchie maleodoranti, cariche di batteri, che corrodono portici e facciate. Inoltre, non di rado, si creano delle piccole pozzanghere in cui è tristemente possibile imbattersi con scarpe e passeggini.
Decine di migliaia di cani che abitano a Bologna, che ogni giorno, riversano fiumi di urina in un centro storico concentrato e con strade strettissime.
Sarebbe utile che l’amministrazione comunale mettesse a disposizione ulteriori aree verdi, o dotasse le strade di orinatoi innovativi che si sposino con l’arredo urbano, ma sopratutto che i proprietari, sin da subito, prestassero maggiore attenzione nel raggiungere, con i propri cani, i giardini che già ci sono in centro storico.
Crediamo però con convinzione, che una ordinanza che rendesse obbligatorio l’utilizzo della bottiglia d’acqua per le deiezioni liquide, contribuirebbe a risolvere almeno in parte il problema, magari sospendendo il provvedimento per i mesi più freddi.
Molti proprietari di cani, sono completamente favorevoli su tale iniziativa e ci hanno già dato la loro disponibilità per una raccolta firme.
Basterebbe poco quindi: quando è possibile, si potrebbe accompagnare il nostro amico a quattro zampe in un’area verde, oppure se al nostro Fido scappa, sulla parte esterna del portico a ridosso della strada, dove intervengono i mezzi meccanici ad alta pressione dell’Hera e dove batte la pioggia. In ultima ipotesi, se non si riuscisse, in via eccezionale, occorrerebbe quantomeno utilizzare l’acqua della bottiglia.
Tale accorgimento obbligatorio, viene adottato in decine di città del nord Europa e nel mondo: lì proprio dove la civiltà è ai massimi livelli. Rispettiamo e amiamo i nostri amici a quattro zampe ma rispettiamo anche il nostro patrimonio culturale e la proprietà privata altrui. Questo ci sembra un giusto compromesso, una piccola accortezza che ci aiuterebbe a migliorare la nostra convivenza con i nostri cani, ormai veri e propri membri delle nostre famiglie.
Ci auguriamo che l’amministrazione di Bologna accolga tale iniziativa e, dopo aver sperimentato un periodo di rodaggio, renda obbligatorio l’uso della bottiglia d’acqua, come speriamo che, i proprietari dei cani, diventino più sensibili verso tale problema adottando comportamenti più rigorosi per ridurre al minimo l’impatto della pipì su portici e muri di palazzi. Altra cosa sono le persone che non si contengono, un altro grosso problema di Bologna: per quelle persone, c’è già una normativa adeguata e molto severa, purtroppo sono carenti i controlli sul territorio, ma faremo su questo tema, un articolo dedicato.
DARIO NOBILE